Madre Maria Pierina De Micheli

 

Anima ardente d'amore per Gesù e per le anime, si donò incondizionatamente allo Sposo ed Egli ne fece oggetto delle sue compiacenze.

Nutrì fin da bambina il sentimento della riparazione che crebbe in lei, col passare degli anni, fino a raggiungere l'immolazione comple­ta di se stessa. Non c'è da stupirsi se all'età di 12 anni, trovandosi nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro in Sala a Milano, osservando i fedeli che baciavano devotamente le Sante Piaghe del Crocifisso esposto per il venerdì santo, sente una voce ben distinta, dirle:

"NESSUNO MI DÀ UN BACIO D'AMORE IN VOLTO, PER RIPARARE IL BACIO DI GIUDA?".

Nella sua semplicità di bimba, crede che la voce sia udita da tutti, e prova pena vedendo che si continua a baciare le Piaghe e non il Volto di Gesù. In cuor suo esclama: "Te lo dò io il bacio d'amore, o Gesù abbi pazienza! "E giunto il suo turno Gli stampò, con tutto l'ardore del suo cuore, un bacio in volto.

 

Novizia le è concesso di fare adorazione notturna e nella notte dal giovedì al venerdì Santo, mentre prega davanti al Crocifisso, sente dirsi: "BACIAMI!"suor Pierina ubbidisce e le sue labbra, invece di posarsi sopra un volto di gesso, sentono il contatto vero di Gesù.

 

Il Volto di Gesù l'attira con indicibile incan­to. Ne subisce il fascino, si compiace di guardar­lo, di fissarlo, di contemplarlo con amore, leg­gendovi le intime sofferenze del Suo Cuore, che procura di consolare, imponendosi rinunce e sacrifici.

Nel Santo Volto trova la forza, il coraggio, la generosità di adempiere fedelmente, e talvolta con eroismo, tutti i doveri e gli obblighi della vita religiosa e dei rispettivi offici a lei assegnati dall'obbedienza.

Sempre calma, serena, fiduciosa, pur nel crogiolo delle prove, accetta e abbraccia il dolo­re, che la purifica, la eleva e l'unisce alla sem­pre amabile volontà di Dio.

 

Suor Pierina mentre lamenta a Gesù una sua pena, le si presenta insanguinato e con espres­sione di tenerezza e di dolore le dice: "E IO CHE COSA HO FATTO?"Ella comprende, ed il S. Volto di Gesù diviene il suo libro di meditazione, la porta d'entrata nel suo cuore.

 

Col passare degli anni, Gesù le dimostra di tanto in tanto or triste, or insanguinato, chieden­dole riparazione, e così cresce in lei il desiderio di soffrire e d'immolarsi per la salvezza delle anime.

 

Nell'orazione notturna del 1° venerdì di quaresima 1936, Gesù, dopo averla fatta parteci­pe  ai  dolori  spirituali  dell'agonia  del Gethsemani, con Volto velato di sangue e con profonda tristezza, le dice:

"VOGLIO CHE IL MIO VOLTO, IL QUALE RIFLETTE LE PENE INTIME DEL MIO ANIMO, IL DOLORE E L’AMORE DEL MIO CUORE, SIA PIÙ ONORATO. CHI MI CONTEMPLA MI CONSOLA!".

 

Il martedì di passione, del medesimo anno, ode questa dolce promessa:

"OGNI VOLTA CHE SI CONTEMPLA LA MIA FACCIA, VERSERÒ L’AMOR MIO NEI CUORI E PER MEZZO DEL MIO SANTO VOLTO SI OTTERRÀ LA SALVEZ­ZA DI TANTE ANIME".

 

Nel primo martedì del 1937, riceve istruzio­ni sulla devozione al S. Volto:

"POTREBBE ESSERE CHE ALCUNE  ANIME TEMANO CHE LA DEVOZIONE E IL CULTO DEL MIO S. VOLTO DIMINUISCANO QUELLA DEL MIO CUORE. DÌ LORO CHE, AL CONTRARIO, SARA’ COMPLETATA ED AUMENTATA, CON­TEMPLANDO IL MIO VOLTO LE ANIME PARTECIPERANNO ALLE MIE PENE E SENTIRANNO IL BISOGNO DI AMARE E DI RIPARARE. NON È FORSE QUESTA LA VERA DEVOZIONE AL MIO CUORE?".

 

Il 23 maggio 1938, mentre il suo sguardo si posa istintivamente sul S. Volto di Gesù, si sente dire:

"OFFRI INCESSANTEMENTE ALL'E­TERNO MIO PADRE IL MIO S. VOLTO.  QUESTA OFFERTA OTTERRA’ LA SAL­VEZZA E LA SANTIFICAZIONE DI TANTE ANIME. SE POI L’OFFRIRAI PER I MIEI SACERDOTI, SI OPERERANNO MERAVIGLIE".

 

Il 27 maggio seguente:

"CONTEMPLA IL MIO VOLTO E PENE­TRERAI GLI ABISSI DI DOLORE DEL MIO CUORE. CONSOLAMI, E CERCA ANIME CHE S'IMMOLINO CON ME PER LA SALVEZZA DEL MONDO".